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Resilienza negli sport d’avventura in outdoor

RESILIENZA E GESTIONE DEL RISCHIO NEGLI SPORT D’AVVENTURA IN OUTDOOR
La RESILIENZA nasce all’inizio degli anni 2000 nel management industriale come Resilience Engineering (E.Hollnagel, 2006) ; si può definire come “la capacità di reagire ad un evento nel suo corso, riducendone l’effetto sulla stabilità dinamica del sistema” (S.Johnsen, 2010).
La Resilienza è utile in uno o più di questi casi:
1) nelle situazioni di EMERGENZA quando non c’è il tempo per una analisi dei rischi esaustiva;
2) nei sistemi non lineari ad alta COMPLESSITA’ e alta CORRELAZIONE, quando l’analisi del sistema diventa quasi impossibile con i metodi classici basati sull’esperienza e sui modelli causali;
3) a fronte di eventi “imprevedibili” a bassissima frequenza di accadimento (i cosiddetti “black swans”, per es: i terremoti), quando la casualità (randomness) prevale sulla causalità.
La Resilienza interviene sul modo in cui i parametri di un sistema ne influenzano la stabilità o, tradotto in altri termini, il mantenimento del livello di sicurezza desiderato.
La Resilienza mira a riconoscere preventivamente le possibili variazioni di questi parametri (proactive indicators) , e fornire strumenti adeguati per una immediata ed efficace azione di risposta, soprattutto tramite la CAPACITA’ DI ADATTAMENTO alle variazioni dei parametri.
Con la Resilienza saremo meglio preparati a reagire ad un imprevisto, a superare un’emergenza e, in certe situazioni di rischio, ad evitare un possibile incidente. E tutto questo senza necessariamente fare ricorso ad una lunga esperienza sul campo o alla conoscenza di procedure.
Alcuni concetti già visti nella Gestione del Rischio classica, se applicati, rendono una organizzazione resiliente; per esempio il riconoscimento dei segnali di allarme, la gestione dei margini di sicurezza, la tolleranza agli errori, l’adozione di soluzioni ridondanti.
La Resilienza è oggi applicata in molti settori che necessitano di un’alta capacità di gestire le emergenze, perciò non soltanto nell’industria ma anche, per esempio, nella sanità (in particolare nel pronto soccorso e in chirurgia) , oltre che ovviamente in ambito militare.
Per un approccio di studio al tema, suggeriamo:
> E.Hollnagel, “Resilience Engineering in practice”, CRC Press, 2011.
> G.B.Rajendran, “A Resilience Engineering approach for preventing accidents due to human factors”, Univ. of Stavanger, 2016.
Per saperne di più in pochi minuti: scarica il pdf “Resilienza”
Attenzione: per capire e applicare la Resilienza è utile conoscere almeno le basi della Gestione del Rischio:
scarica il pdf “Gestione del Rischio 2.0”
Per iniziare lo studio sistematico della moderna Gestione del Rischio in outdoor:
Questo libro insegna ad alzare i limiti delle proprie imprese, mantenendo i rischi sotto controllo.
Si rivolge al mondo della montagna e degli sport d’avventura outdoor, ma offre molte riflessioni e stimoli a chiunque si trovi ad affrontare, per scelta o per dovere, una situazione di rischio, nel lavoro e nella vita.
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Per restare informati sugli sviluppi di questo tema e imparare dai case studies (analisi di incidenti): segui la pagina facebook @outdoorriskmanagement
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ATTENZIONE: Esistono organizzazioni o persone che propongono metodi e strumenti per la valutazione dei rischi senza conoscere le basi concettuali della Gestione del Rischio. Spesso vengono commessi errori per eccessiva semplificazione, oppure per la scarsa comprensione della logica probabilistica, o perché le variabili in gioco sono considerate indipendenti, trascurandone le correlazioni. In questi casi, i risultati ottenuti dall’uso degli strumenti offerti possono essere del tutto fuorvianti e portare a decisioni sbagliate, dando una illusoria convinzione di sicurezza; oppure, all’opposto, portano ad azioni eccessivamente conservative.